La Procura contabile riconosce la solidità economica lombarda ma muove rilievi su sanità, Pnrr e partecipate. Il 57% degli apparecchi negli ospedali ha superato il limite di efficienza, da qui esami più lenti e code.
La Corte dei Conti ha parificato il rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2023. Nelle 79 pagine della parifica, come sempre, luci e ombre. Il governatore Attilio Fontana e il suo vice con delega al Bilancio, Marco Alparone, sottolineano come la magistratura contabile abbia riconosciuto a Palazzo Lombardia "una buona capacità di realizzazione del bilancio". E "la solidità viene testimoniata da alcuni indicatori positivi, tra questi il fatto che la Regione nel 2023 ha pagato le fatture dei fornitori con una media di circa 17 giorni di anticipo rispetto alla data di scadenza".
Le opposizioni sottolineano i rilievi mossi all’esecutivo lombardo. "Sulla sanità la Corte segnala un elemento allarmante: delle 380 grandi apparecchiature che la Regione doveva sostituire negli ospedali pubblici con fondi PNRR, solo 164 sono operative, meno della metà – rimarcano, dal Pd, Pierfrancesco Majorino e Pietro Bussolati –. Sono macchinari vecchi, il 57% di questi ha superato il limite di efficienza dei 7 anni. La Regione non riesce a sostituirli pur avendo i soldi per farlo, e questo, dice la Corte, pesa anche sulle liste d’attesa, perché maggiore efficienza e apparecchi al passo coi tempi permetterebbero di effettuare molti più esami". Sempre in sanità si segnala "il superamento dei tetti di spesa per i farmaci", al quale contribuisce "il mancato computo del consumo di farmaci e dispositivi medici da parte del privato convenzionato". Altro capitolo migliorabile è quello delle partecipate. La Corte segnala che Pedemontana è per le casse pubbliche fonte di perdita: nel 2023 ha perso 12 milioni, nel complesso si sale ad 86. "La partecipazione della Regione si è svalutata, la restituzione del prestito è sempre più incerta", un "rischio, per la posizione della Regione" evidenziano i Dem.
Quindi Aria Spa, sotto la lente della Corte anche "per il call center della sanità a Paternò". La Procura contabile esprime "forti perplessità in ordine alla decisione di esternalizzazione del servizio di call-center ed in ordine al mantenimento di una unità operativa nel Comune di Catania con 11 dipendenti" si legge nella relazione. Sotto accusa il contratto di affitto del ramo d’azienda a un operatore privato per 2,5 milioni, quando i servizi che Aria Spa, per conto della Regione, è impegnata a ripagare per i prossimi 72 mesi varranno 27 milioni. "Dov’è l’interesse dei lombardi? – si chiedono Majorino e Bussolati –. Hanno anche tenuto a Paternò, città natale della famiglia La Russa, 11 operatori sempre per il call center, suscitando ulteriori dubbi della Corte. Però ora a capo di Aria è stato messo un fedelissimo di FdI, già noto per essere stato a capo del Casinò di Campione negli anni del fallimento". Pesanti ma scontate le critiche sulle Aler. Da parte sua, Fontana è fiducioso su Pedemontana ma promette interventi in Aria: "Quando uno deve costruire un’autostrada, finché non ha finito è sempre in perdita. Sarà in perdita nei prossimi 3, 4, 5 anni finché l’autostrada non sarà completata. Aria – invece – deve essere rivista".