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giovedì 18 gennaio 2024

Ultima generazione, bloccarono la tangenziale a Bologna: condannati tre attivisti

diMarco Merlini 

Pena (sospesa) di sei mesi per la protesta dello scorso 2 novembre. Concesse le attenuanti generiche e quelle legate alle motivazioni di ordine morale e sociale. Il legale: «Riconosciuto il nobile motivo dell'azione»

















Sono stati condannati a sei mesi con pena sospesa i tre attivisti di Ultima generazione che lo scorso 2 novembre bloccarono la tangenziale di Bologna. Due di loro si cementarono all’asfalto in segno di protesta tanto che fu necessario l’intervento di Vigili del fuoco e 118 per risolvere la situazione. 

L'applauso del gruppo ambientalista fuori dal Tribunale

I reati per cui è arrivata la condanna sono violenza privata aggravata e interruzione di pubblico servizio. Concesse invece le attenuanti generiche e quelle legate alle motivazioni di ordine morale e sociale. I tre sono stati assolti dall’accusa di danneggiamento, inottemperanza del foglio di via e manifestazione non autorizzata. Fuori dal Tribunale ad attendere Silvia, Mida ed Ettore una quarantina di attivisti del gruppo ambientalista che li hanno accolti con un applauso liberatorio. 

Il legale: con ogni probabilità faremo appello

Soddisfatto il legale dei tre, Elia De Caro: «La Procura aveva chiesto un anno – ha detto all’uscita – importante che sia stato riconosciuto il nobile motivo per l’azione posta in essere. Credo si possa essere moderatamente soddisfatti. E’ presto per fare una motivazione, aspettiamo i 90 giorni per le motivazioni e poi ulteriori 45 giorni per un appello che con ogni probabilità faremo». Felici ma allo stesso tempo determinati a non fermarsi i tre protagonisti della vicenda: «Il reato per cui siamo stati condannati per noi è un atto di resistenza – spiega Silvia – rimaniamo centrati sul fatto che era la cosa giusta da fare e io rifarei tutto daccapo. E’ giusto mettersi in gioco per far sì che il mondo diventi un posto migliore. Non ci faremo spaventare dalla repressione, perché quando ci hanno arrestati era in corso una alluvione in Toscana in cui sono morte diverse persone. La strada è quella giusta». E poi un nuovo appello: «Se credete alle nostre motivazioni scendete in strada con noi», dicono tutti e tre. 

L'attivista Silvia: non mi fermerò

Poi Silvia, a differenza dei compagni di protesta, non ha dubbi su quello che farà in futuro: «Non mi fermerò – rincara la dose – continuerò a fare quello che ho fatto fino ad ora». Un sospiro di sollievo lo tirano anche le mamme delle due ragazze coinvolte nella vicenda: «Sono contenta che sia andata così – dice la mamma di Ettore – e anche dell’impegno che mettono i nostri figli per cause così importanti. Noi siamo della generazione degli Anni Settanta e negli ultimi tempi abbiamo visto i ragazzi spenti, senza voglia di lottare per quello che sarà il loro futuro. Mi piacerebbe che anche il mondo degli adulti si svegliasse».


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