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giovedì 7 aprile 2022

La "valanga" di tasse che spacca la maggioranza

Partiti di maggioranza divisi sulla delega fiscale: l'intesa è ancora lontana e si valuta la fiducia. Forza Italia e Lega compatti: "Evitare un aumento delle tasse, è un punto dirimente"

Luca Sablone

La strada che porta alla riforma del Fisco è impervia, piena di ostacoli che potrebbero finire per allungare ulteriormente i tempi per arrivare al via libera definitivo. I partiti di maggioranza non hanno ancora raggiunto un'intesa: nessuno vuole indietreggiare sui propri principi e dunque le distanze restano profonde. Ne è una dimostrazione la rissa scoppiata ieri sera in commissione Finanze, con tanto di fogli e microfoni lanciati dal tavolo.


Servirà un lungo lavoro di mediazione per evitare una pericolosa conta al buio in Aula: il governo non esclude l'ipotesi della fiducia, un modo per provare a evitare fughe in avanti e serrare le fila in Parlamento. Ma, viste le divergenze, sarà difficile giungere a un compromesso che accontenti tutte le formazioni politiche. Anche perché la Lega è stata chiarissima: "Non ci sono le condizioni, al momento, per approvare la delega fiscale". Su tutti sono tre i nodi che spaccano la maggioranza.

Le tasse

Sul fronte delle tasse il centrodestra fin da subito si è mostrato compatto e ha promesso battaglia contro ogni tipo di aumento di prelievo dalle tasche degli italiani. Nello specifico Forza Italia e Lega sono pronti a chiedere un incontro al presidente del Consiglio Mario Draghi, con l'obiettivo di evitare aumenti di tasse su casa, affitti e risparmi. Il partito azzurro considera "dirimente l'impegno preso dal governo a non aumentare le tasse sulla casa come sui risparmi".

Tra le ipotesi vi è l'applicazione, a regime, "della medesima aliquota proporzionale di tassazione e, in via transitoria, di due aliquote di tassazione proporzionale, ai redditi derivanti dall’impiego del capitale, anche nel mercato immobiliare". In sostanza, scrive il Corriere della Sera, un'aliquota proporzionale unica che potrebbe essere il 23%. Il che ha fatto scattare l'allarme per una parte della maggioranza. La Lega ha ribadito di essere del tutto contraria anche alla riforma del catasto, alla cancellazione delle cedolari sugli affitti e alla tassazione dei Bot.

La cedolare secca

Un altro timore riguarda la possibilità che un meccanismo di imposizione duale possa portare alla fine delle "tasse piatte" come ad esempio la cedolare secca sugli affitti. Anche in questo caso il rischio di un aumento del prelievo complessivo rappresenta la causa di forti preoccupazioni nel centrodestra. Comunque l'Adnkronos fa sapere che nella giornata di lunedì potrebbe esserci un incontro tra il premier Mario Draghi e Matteo Salvini.

La "clausola di salvaguardia"

Tutto il centrodestra vuole impedire rincari fiscali. Una proposta in merito è arrivata da Sestino Giacomoni, deputato di Forza Italia, secondo cui i decreti attuativi della riforma devono tornare in Commissione per un parere vincolante: l'obiettivo è quello di "evitare che qualsivoglia 'manina' sfrutti l'ampiezza della delega fiscale per aumentare le tasse sugli immobili, sugli affitti o suoi risparmi".

Giacomoni la reputa una vera e propria "clausola di salvaguardia anti-tasse", anche per sottolineare ancora una volta la sovranità del Parlamento. Su questo punto si auspica la totale condivisione da parte della maggioranza. Al governo è stato chiesto di valutare con attenzione questo emendamento. Il motivo? "Se il parere fosse negativo si aprirebbe un serio problema politico", ha spiegato il deputato azzurro.


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