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giovedì 20 gennaio 2022

La caduta libera di Pd e 5s: cosa rivela il sondaggio

Enrico Letta e Giuseppe Conte sono al disarmo. La politica dei veti e non paga e ora i sondaggi registrano un calo anche da parte del Pd

Francesco Boezi



Il Partito Democratico di Enrico Letta ed il MoVimento 5 Stelle di Giuseppe Conte non riescono a riprendersi dopo la batosta subita con la caduta dell'ex governo: questa può essere una spiegazione del perché, oggi, le due formazioni politiche godano di un pessimo stato di salute.

La crisi è interna ma si riflette all'esterno. Partiamo dal partito che ha sede al Nazareno: il segretario Enrico Letta non riesce neppure a proporre un nominativo per il Colle e deve tenere botta rispetto alle molteplici divisioni interne emerse. 

L'ex premier vorrebbe il trasloco di Mario Draghi al Quirinale per giocarsi la premiership ma il correntone di Base riformista, i franceschiani ed altre componenti fanno altri ragionamenti ed hanno altre mire. L'unico che sembra assecondare la linea del segretario è Nicola Zingaretti, che a sua volta confida che si riapra la casella che ha occupato sino a qualche tempo fa.

I sondaggi, dopo qualche settimana di stabilità, iniziano a parlare di calo per i Dem. E poi c'è la resa alle modalità comunicative grilline: il Pd si è ridotto, per così dire, ai tweet fotocopia ed alla politica dei veti. Non c'è, nelle parole e nelle azioni dei vertici Dem, l'apertura al dialogo che sarebbe auspicabile per un partito che siede al governo e che ha velleità maggioritarie. 

Il MoVimento 5 Stelle sarà pure il junior partner del "campo largo" ma il Pd non differisce quasi più per stile ed iniziativa politica. In questo contesto, i Dem sembrano - come approfondito in questo articolo per Il Giornale a firma di Adalberto Signore - sul punto di detonare.

Se dalle parti del Nazareno le cose non sembrano andare un granché bene, sulla sponda grillina è ormai un disastro conclmato. Il "nuovo corso" di Giuseppe Conte non soddisfa né gli eletti né la base elettorale, che peraltro tende a restringersi sempre di più. Numerosi esponenti del MoVimento 5 Stelle temono ormai che, alle prossime elezioni politiche, il partito faccia segnare una sorta di record negativo, registrando meno del 10%.

L'ex presidente del Consiglio gialloverde e giallorosso ha la medesima difficoltà di Letta ad avanzare una proposta per la successione di Sergio Mattarella: Conte aveva ventilato l'ipotesi di una donna, senza specificare nome e cognome, ma i gruppi parlamentari, che non hanno intenzione di farsi gestire dall'ex premier, hanno risposto proponendo il Mattarella bis. Siamo, insomma, alla conclamata autogestione grillina.

Le critiche alle modalità di gestione selezionate dal capo grillino per dire la sua nella partita del Quirinale sono emerse in pubblico: non c'è bisogno di troppi retroscena per comprendere come il partito, per buona parte, non reputi Conte una figura adatta per operare una sintesi tra le anime interne.


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