Firenze, la denuncia di un ex tesserato Pd: “Pagato per votare Renzi alle primarie del 2013″
di Giacomo Amadori (LIBERO QUOTIDIANO)
Il nuovo anno del presidente del Consiglio Matteo Renzi
non poteva iniziare in modo più turbolento. Dalle accuse dei grillini
per il volo di Stato con famiglia al seguito con meta Courmayer a quelle
per la presunta norma salva Berlusconi inserita dal governo nella
riforma fiscale approvata la vigilia di Natale.
Ma ieri a queste magagne se n’è aggiunta una terza che rischia di
creare non pochi imbarazzi a Renzi nel suo feudo politico fiorentino.
Infatti ieri mattina si è presentato nella procura cittadina il quarantatreenne Maurizio Martigli, ex rosticcere (senza lavoro da sei mesi) e, sino al mese scorso, tesserato Pd.
L’uomo, originario di Firenze, ha presentato denuncia-querela per una
presunta compravendita di voti alle ultime primarie per la segreteria
del partito, quelle vinte dall’attuale premier.
Scrive Martigli ai pm: «Nel dicembre 2013, all’epoca delle primarie del Pd tra Matteo Renzi Giuseppe Civati e Gianni Cuperlo,
fui contattato da un cliente che abitualmente frequentava la
rosticceria in cui lavoravo e mi venne proposto un accordo: votare Renzi
alle primarie per far sì che le potesse vincere.
Tutto questo era
pagato con un compenso di 50 euro +15 per la tessera del Pd che mi
sarebbe stata fatta al circolo Vie Nuove (…) prima della votazione». La
proposta indecente venne accettata: «Visto il momento di crisi economica
accettai e mi fu chiesto di portare altra gente “fidata”, se la
conoscevo». A questo punto l’ex rosticcere coinvolse due amici «che,
come me, avevano bisogno, purtroppo».
I tre, il giorno della
consultazione, si presentarono di fronte alla storica «casa del popolo» e
«circolo sociale Vie Nuove» nel quartiere Gavinana e «arrivò poco dopo
quella persona con cui avevo fissato e ci consegnò i 65 euro (15 per la
tessera del Pd)». Martigli, in coda al racconto, chiede «all’Autorità
giudiziaria di indagare su questa illecita attività di voto di scambio
del Pd e, presumibilmente, anche di Matteo Renzi e di essere convocato
in procura al più presto per sommarie informazioni», ma anche «di essere
informato di eventuale archiviazione».
La vicenda svelata da Martigli
non sorprende, anche perché nei mesi scorsi diverse persone hanno
denunciato presunti brogli nelle primarie del Pd organizzate in giro per
l’Italia, sebbene quasi nessun ufficio giudiziario abbia aperto
fascicoli sul tema. La motivazione? Molti magistrati hanno scelto di non
intromettersi, valutando queste votazioni come una selezione interna di
un’associazione privata. In verità c’è chi ha scelto un diverso
orientamento. Per esempio la procura di Brindisi ha avviato un’inchiesta
ipotizzando il reato di falso in scrittura privata. Di certo Martigli
non vorrebbe che la sua denuncia passasse in cavalleria troppo in
fretta. E certamente non è questa l’intenzione del procuratore di
Firenze Giuseppe Creazzo. Che, a Libero, dichiara: «Mercoledì, appena rientrerò in ufficio, mi occuperò della vicenda».
Intanto sul profilo Facebook di Martigli («disoccupato con dignità» e con il volto di Che Guevara
tatuato sul braccio) è scoppiata la guerra tra chi dà credito al
denunciante e chi lo accusa di lanciare accuse indimostrabili o di
essere al soldo di qualcuno. «C’è chi mi ha persino chiesto quanto mi
abbiano pagato per fare il video-denuncia che ho postato sul mio
profilo», ci informa questo ex iscritto al Partito democratico, attuale
elettore del Movimento 5 stelle, «ma come lei può
testimoniare non chiedo soldi né per rendere pubblica la denuncia né per
rilasciare interviste. Non ci guadagno nulla, anzi ci potrei
rimettere». Ma allora perché lo ha fatto? La risposta si trova sempre su
Internet: «Ho la mia vita abbastanza serena, il mio cane, la mia mamma
che non sta bene e non ho interesse a mettermi nei casini senza motivo.
Se ho fatto questa cosa è esclusivamente perché mi sono rotto del
marcio! E invito chiunque a non aver paura e a fare
altrettanto». Qualcuno, di fronte a questo furore savonaroliano, gli
contesta di averci messo più di un anno per decidersi a parlare. E anche
noi gli domandiamo perché abbia aspettato tanto: «Sinceramente
all’epoca Matteo Renzi mi piaceva per come parlava e agiva, speravo che
potesse fare quello che diceva, come mettere persone nuove. Dopo un anno
ho capito che siamo allo schifo totale e che Renzi fa accordi con un
partito (Forza Italia, ndr.) che fino a poco tempo fa voleva rottamare».
Tra le incongruenze presenti nel racconto di Martigli la più evidente
è che il premier all’epoca dei fatti denunciati era nettamente favorito
e non aveva certo bisogno di comprare voti per battere Cuperlo. «Feci
la stessa obiezione al giovanotto che mi propose i 50 euro», ribatte
l’ex rosticcere. «E lui mi ha risposto: “Visto che ci vuole un cambio al
vertice noi si vuole la sicurezza”». Nella denuncia Martigli racconta
che a comprare i voti per Renzi alle primarie sarebbe stato «un
commercialista amico della persona che mi contattò e di cui non ricordo
il nome». Però concede due indizi: «Era il commercialista delPolimoda di Firenze e avrebbe partecipato alle successive elezioni (le comunali del 2014, ndr) nella lista del Pd». Con Libero
aggiunge di aver rivisto il suo nome nell’elenco degli eletti. «Ricordo
che aveva preso circa 700 voti». Dettagli precisi che rendono poco
credibile il fatto che sette mesi dopo ne abbia dimenticato l’identità.
L’ha omessa per paura di querele? Lui nega. «Al nome del commercialista
se la Procura apre un’inchiesta si riesce a risalire»,
puntualizza su
Facebook. «Giuro che non avrei motivo di dire il falso. Sono stato solo
sprovveduto. Ma adesso se il marcio viene fuori e altre persone si
faranno avanti come faranno a fermare tante testimonianze?». Facciamo a
Martigli il nome di un consigliere comunale che potrebbe corrispondere
all’identikit da lui tracciato e il commento è sibillino: «Questo nome
non mi è nuovo». E l’intermediario che fine ha fatto? «Il ragazzo che ci
diede i soldi in mano non so proprio come rintracciarlo».. Allora
domandiamo di essere messi in contatto con uno dei due testimoni oculari
indicati nella denuncia e Martigli risponde con questo sms: «Il mio
amico non vuole grane e se la procura non indaga non vuole domande.
Eviti anche di contattare il commercialista perché non voglio denunce
fino a che la procura non apre un’inchiesta. Se la aprirà».
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