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sabato 20 dicembre 2014

Lui disoccupato, lei invalida e sotto sfratto: Comune dà casa a immigrati


LORO: “CI IMPICCHIAMO”
NIENTE CASA POPOLARE, TUTTE OCCUPATE DA STRANIERI:



Hanno uno sfratto imminente, non hanno un soldo (letteralmente) in tasca da diverse settimane, lui non lavora da un anno e lei è invalida e si sta battendo per avere una piccolissima pensione che le è negata al momento per via di un solo punto (di invalidità) mancante. E non finisce qui: da due anni non hanno neanche il riscaldamento e per lavarsi con l’acqua calda devono utilizzare una pentola per la pasta e il fornelletto a gas. Una famiglia perugina travolta dalla crisi economica.

Ma l’assurdo – politicamente e umanamente – e che due persone ridotte in queste condizioni non hanno diritto ad una casa popolare. Infatti per parametri discutibili addirittura nella graduatoria sono al 600esimo posto. Sono alla canna delle gas ma nonostante questo sono considerati “ricchi” per poter beneficiare di qualche metro quadro di proprietà pubblica. Carlo Collesi, il capofamiglia, ha cercato in tutte le maniere di far valere le proprio ragioni anche perchè il 27 dicembre ( il primo sfratto risale ad ottobre ma venne bloccato) insieme alla moglie dovrà lasciare l’abitazione di Ponte Pattoli.

La cosa più amara è che lo sfratto non è per morosità: fino ad ottobre hanno sempre pagato l’affitto facendo sacrifici, impegnando e vendendo oggetti. Ma la casa ora serve ai proprietari e quindi sono state avviate tutte le procedure nel rispetto delle leggi. Carlo non avendo un soldo in tasca e non lavorando non può permettersi un nuovo appartamento in affitto: “Dove dobbiamo andare? In ostello? Ma non scherziamo. Abbiamo diritto ad una casa popolare o per lo meno chiediamo ai perugini come noi di essere aiutati. Possibile che le istituzioni non possono far niente? Ma noi non molliamo siamo disposti a tutto: ci barricheremo in casa e non ci potranno cacciare”.

I due coniugi hanno preparato anche due cappi. Una provocazione? “Che senso ha vivere così… se ci cacciano e meglio farla finita”. Intanto però si è beccato una denuncia per procurato allarme proprio per via di quei cappi pubblicati su facebook. “Vi chiediamo aiuto: siamo disposti ad accettare tutto. Vi chiediamo lavoro prima di tutto, ma ci farebbero comodo per sopravvivere, per mangiare qualche donazione…fratelli perugini aiutateci!”: è il grido di dolore di Carlo rivolto ai cittadini. Intanto si sta lavorando, in Comune, per trovare un alloggio prima che siano sbattuti fuori come cani randagi in mezzo alla strada. Lo si legge su un aggregatore di notizie sulla Crisi


Il motivo di tutto questo è evidente, e lo si comprende leggendo questo nostro articolo di qualche tempo fa:
UMBRIA CHOC: CASE POPOLARI QUASI TUTTE AGLI IMMIGRATI
Siamo giunti a un punto di non ritorno! Il Comune di Perugia ha pubblicato la graduatoria delle domande ammesse al Fondo nazionale per la locazione, che garantisce contributi per pagare gli affitti rispettando certi requisiti… Quasi tutti i beneficiari sono stranieri e su 352 ammessi solo 80 sono cittadini umbri! Ormai in Umbria e in Italia sembra che certe tutele e servizi sociali vengano garantiti soltanto agli immigrati! Pensiamo, ad esempio, all’assegnazione delle case popolari: in tutti i comuni, gli immigrati occupano le prime posizioni delle graduatorie, a discapito degli italiani, grazie al basso reddito e al numero dei figli a carico, spesso alto… Un alloggio popolare su due viene assegnato a stranieri, con buona pace delle famiglie italiane costrette a tempi d’attesa interminabili nella speranza, spesso vana, di avere una casa!
Quindi, solo il 20% delle case popolari perugine vanno a italiani, l’80% va ad immigrati. Normale che poi non ci sia posto, è la legge della domanda e dell’offerta. Ovviamente, la responsabilità è di chi ha governato fino ad oggi a Perugia, compito di chi governa oggi è cambiare le cose. Lo faranno?

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