Torino, 1 dic –
Un’occupazione dovuta, da quanto dichiarato dagli stessi, per evitare di rimanere in mezzo alla strada senza un tetto sopra la testa. “E’ la disperazione a portare famiglie italiane normalissime a questo punto – aggiunge Marrone -, dopo le numerose porte sbattute in faccia dalle istituzioni con il diniego burocratico della commissione comunale emergenza abitativa e le lungaggini infinite del bando regionale per la casa popolare”.
La richiesta è una: far sì che la struttura di via Traves venga messa a disposizione per l’emergenza freddo per le famiglie sfrattate in attesa di casa popolare e non “contro le ingiustificabili discriminazioni anti-italiane di un paradossale razzismo al contrario”.
L’ex dormitorio è destinato a ospitare i rom per una concessione in capitolato d’appalto e per una delibera del Consiglio comunale. Marrone accusa anche la diversità di importo per il canone chiesto: “Alle cooperative pro-Rom il Comune chiede 100 euro annuali di canone per l’intera struttura da 25 posti, mentre nei social housing destinati agli Italiani chiedono oltre 300 euro al mese per un bilocale, dietro garanzia minima di una busta paga da mille euro mensili, una vergogna inaccettabile che sta infiammando le periferie torinesi”.
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