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sabato 21 febbraio 2015

1. OLIVIERO BEHA PICCONA IL MONUMENTO SANTORO E L’IPOCRISIA SULL’”EDITTO” DI VERRO - 2. “MA QUALE CALVARIO! MA QUALE GOLGOTA! SANTORO HA FATTO EGREGIAMENTE GLI AFFARI SUOI PER UN QUARTO DI SECOLO 3. “FORSE NON È PROPRIO LA FIGURA ADATTA PER PARLARE DI CENSURA, EDITTO O NON EDITTO BULGARO. ANZI, PRESUMO NON SAPPIA NEPPURE DOVE STIA DI CASA, LA CENSURA”



Mail di Oliviero Beha a Dagospia
OLIVIERO BEHA

Caro Dago, ho seguito con molto interesse la vicenda del Consigliere Rai di ora e di allora  Antonio Verro, dal cognome e la facies di antico romano, ripresa qui da Vulpio e per interposto “Libero” da Facci. Il mio interesse non si deve alla cosa in sé, alle solite menate Rai, all’ipocrisia dilagante da sempre ecc., tutto repertorio di pessima qualità che conosco come le mie tasche fino alla noia, bensì alle reazioni polemiche allo “scoop” ritardato, a partire da quella di Santoro.

Se uno non sapesse come stanno davvero le cose in un Paese orrendo di mafie, mafiette, clan e camarille, di sedicenti buoni contro cattivi dichiarati in un’interpretazione partitocratica per bande fatte di banditi nei due significati, potrebbe pensare che la vita in carriera di Santoro sia stata un autentico calvario, con qualche salita e discesa dal Golgota.


Non credo che sia andata biograficamente proprio così. Ha fatto egregiamente gli affari suoi per un quarto di secolo, ha travestito ottime trasmissioni spesso di parte da impegno politico in realtà vendendo (e benissimo) una merce, in primis se stesso, è entrato e uscito da Rai e Mediaset e Parlamento europeo (non credo esattamente da “intellettuale disorganico”…), ha detto rientrando in Rai dieci anni fa che si sarebbe battuto per gli epurati e non è accaduto, adesso ritira fuori il nome di Luttazzi strumentalizzando anche il bravissimo esiliato.


Va tutto bene insomma, ma forse il nostro Michele ventrale (tv di pancia…) non è proprio la figura adatta, con le carte in regola, per parlare di censura, editto o non editto bulgaro. Anzi, presumo non sappia neppure dove stia di casa, la censura, concetto relativo che viene adoperato a proprio uso e consumo di volta in volta.


Se vuole, ne possiamo parlare, anche pubblicamente… In tutto questo Verro, Tarantola (e Grilli, l’allora Ministro di competenza, e Ponzellini, e la Bpm, e l’indagine “sabbiosa” della Banca d’Italia ai suoi tempi, cara Presidente? Non sono cose che stanno insieme e che nessuno racconta agli italiani distratti ?), Gubitosi e tutto il profumato presepe Rai restano sullo sfondo, come retaggio di un costume che nessuno sa o vuole rottamare… Ma per favore, almeno prudenza nell’indignazione: chi ha davvero la faccia per parlare senza essere sputtanato?