Venezia 06 maggio 2014 - Prima rapinano un giovane di Mirano nel parcheggio del Muretto a Jesolo poi tengono in ostaggio il suo autobus con una cinquantina di giovani. Vogliono dirottarlo verso Marghera al posto di Piove di Sacco. Nel frattempo derubano alcuni ragazzi e con altri si picchiano a sangue. Una vicenda incredibile quella di cui si sono resi protagonisti un 20enne e un 26enne di nazionalità marocchina ma residenti a Mogliano Veneto. Assieme alla fidanzata del primo, una ventenne sempre di Mogliano. Alla fine il trio è stato arrestato alla stazione Atvo di Jesolo e poi denunciato a piede libero, dopo una lunga serie di eventi violenti. Aiutati forse da qualche sostanza proibita che ha fatto perdere loro il controllo.
Fatto sta che nella notte del 1 maggio verso le 3.40 un
18enne miranese che si trova con una comitiva di amici al Muretto
decide di uscire dalla discoteca. Non si sente bene. Forse ha bevuto
troppo. A quel punto gli si avvicina il terzetto, che
all’inizio finge di volerlo aiutare. Lo accompagnano in una zona
piuttosto isolata del locale e a quel punto scatta l’aggressione: “Non
urlare”, gli intimano. “Non chiedere aiuto o ti picchiamo e ti buttiamo
nel fosso”, aggiungono. Alla fine il ragazzo viene rapinato del suo
Samsung Galaxy S4 e di 30 euro in contanti. Il malcapitato cerca di
pedinare i malviventi fino quasi all’Aqualandia, ma poi deve desistere e
torna indietro. Dopo un’assenza durata circa un’ora. Agli amici
racconta l’accaduto, ma le disavventure per lui (e per gli amici) non
sono finite. Al momento di tornare a casa sul pullman noleggiato, verso
le 6, inizia un nuovo capitolo di una notte di follia. Nella
comitiva si imbucano anche i tre aggressori di prima, subito
riconosciuti dal 18enne rapinato. Vogliono derubare i passeggeri e
riuscire a tornare a Marghera. Ma quello non è certo un autobus di linea
e l’autista non manca di intimare loro di scendere. I tre balordi non
desistono e alzano la voce, estraggono dalle tasche due bottiglie di
birra in vetro, vuote. Fanno cenno all’autista di essere pronti ad
usarle. A quel punto, alcuni ragazzi intervengono in difesa dell’autista
e invitano i tre ad andarsene.
Dalle
grida si passa subito ai fatti. I rapinatori, sotto l’effetto forse di
stupefacenti, non se lo fanno dire due volte e iniziano a picchiare i
passeggeri più determinati. Calci e pugni. Urla e minacce. Uno dei ragazzi viene colpito al volto con una bottiglia e rimane sul sedile, stordito.
Capita la situazione tutto il gruppo decide di sottostare alle volontà
dei violenti, con l’uomo al volante che ingrana la prima e finge
all’inizio di voler accompagnare il trio a destinazione. Alla rotonda
Picchi, invece, svolta a destra e punta verso il commissariato locale.
Nasce un nuovo diverbio, visto che i malviventi (con precedenti a loro
carico) non hanno alcuna intenzione di farsi ingannare. Il loro
interlocutore allora spiega loro che era meglio prendessero un autobus
di linea Atvo, la cui stazione era poco distante. In modo da chiudere la
serata qui. I giovani capiscono, scendono. Si trovano nel parcheggio
del McDonald’s. Non prima di una nuova colluttazione con i passeggeri
più “focosi”.
L’autista trattiene i giovani che vogliono
inseguirli, chiude le porte e torna al Muretto a riprendere il resto
della comitiva. Ma nel frattempo i giovani si accorgono del furto di
felpe, portafogli, bancomat e giubbotti. Una razzia in piena regola. Per
questo motivo l’autobus torna al parcheggio del McDonald’s chiedendo
aiuto alla polizia. Il terzetto è ancora lì, e viene inseguito dai
giovani più determinati. I quali riescono ad avere la meglio e a
recuperare parte della refurtiva che si trovava negli zaini dei tre
balordi, che, vista la malparata, nel frattempo fuggono verso la
stazione ATVO. Lì, però, vengono bloccati poco più tardi da una volante
del commissariato. La ragazza cerca di disfarsi in extremis di un
telefonino, di una tessera bancomat e di un foglio che riporta il codice
pin. La mossa non sfugge al capopattuglia, che la immobilizza e
recupera la refurtiva. Il resto viene trovato addosso ai due uomini e
nei loro zaini, che poi vengono riconosciuti dalla comitiva sul pullman.
Anche dal 18enne di Mirano rapinato qualche ora prima. In commissariato
si scopre che il 26enne marocchino aveva alle sue spalle ben tre
arresti per altrettante rapine aggravate commesse negli ultimi cinque
anni e una condanna a due anni e due mesi per lesioni personali gravi. I
tre, visto che sono stati bloccati non in flagranza di reato, sono
stati denunciati a piede libero per sequestro di persona e rapina
aggravata, oltre che di furto aggravato in concorso e porto d’armi e
oggetti atti a offendere. La loro posizione ora è al vaglio della Procura e potrebbe cambiare molto presto. In peggio.