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domenica 27 aprile 2014

RENZI E’ GIA’ A FINE CORSA? ECCO PERCHE’ IERI E’ ANDATO A RAPPORTO DAL VERO CAPO, IL VECCHIO DEL QUIRINALE

1. RE GIORGIO NON HA FATTO COMPLIMENTI CON PITTIBIMBO, AL SECOLO RENZI MATTEO -

2. NON SONO AMMESSI FALLIMENTI AL SENATO, DOVE NESSUNO HA IN MANO I 161 VOTI DELLA MAGGIORANZA QUALIFICATA CHE SERVE. QUINDI CALMA E GESSO -

3. PER LA SERIE: SMETTILA DI MINACCIARE TUTTO E TUTTI, PER ANDARE ALLE ELEZIONI VI DOVETE ELEGGERE PRIMA UN ALTRO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. E FORZA ITALIA, PER QUANTO MESSA MALE, NON TI FARÀ ALZARE LA BANDIERA DELLE RIFORME PRIMA DELLE EUROPEE -

4. GIÀ MERCOLEDÌ ALLA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI DEL SENATO SERVE UN TESTO CONDIVISO E SCRITTO BENE, PERCHÉ LE RIFORME DEVONO ESSERE INATTACCABILI NEL MERITO -

5. ALTRIMENTI SONO GUAI SERI PER RE GIORGIO, PER PITTIBIMBO E PER IL PAESE, CON GRILLO BEPPE ALLE PORTE, PRONTO A CANTARE VITTORIA SULLE MACERIE -

6. E PITTIBIMBO RIDISCESE DAL COLLE CON MENO BALDANZA DI QUELLA CON CUI ERA SALITO. MA SOLO DI UN PO’, OVVIAMENTE -

Governo-Renzi
DAGOREPORT
Re Giorgio con Pittibimbo oggi non ha fatto eccessivi complimenti, e’ andato subito al sodo, ed è stato il colloquio più franco, eppur cordialissimo come s’addice allo standing e al rispetto reciproco, che i due hanno avuto dall’inizio della loro collaborazione. Re Giorgio ha detto a Renzi Matteo poche cose ma precise (potremmo mettere le virgolette, ma evitiamo per evitare ritocchi alle virgole):
1. Non sono ammessi fallimenti, le riforme si devono fare a tutti i costi e se ha funzionato sin qui la tua azione energica minacciando tutti e tutto, adesso è il tempo della riflessione perché le modifiche costituzionali devono essere inattaccabili nel merito.
2. Niente minacce a nessuno in questa fase così delicata. I numeri al Senato non ci sono, senza un accordo politico vero le riforme rischiano di impantanarsi. Al Senato nessuno controlla più nessuno e la disciplina di partito e di gruppo e’ un ricordo della Prima Repubblica. E nessuno, nemmeno tu, hai in mano la golden stare dei 161 voti della maggioranza qualificata che serve a far passare le riforme costituzionali. Dunque ci vuole pazienza, e bisogna di essere certi dei numeri prima di correre il rischio di bocciature che sarebbero traumatiche.
3. Caro Matteo, capisco che tu ogni giorno pensi al voto, per tante ragioni che conosciamo bene entrambi, ma prima di sciogliere le Camere vi dovete eleggere un altro presidente della Repubblica che vi provveda. Io ho sempre detto che la pensavo così, e anche oggi te lo riconfermo.
4. E’ evidente che Forza Italia non ti farà alzare la bandiera delle riforme fatte prima delle elezioni europee e del resto lo stesso partito di Alfano Angelino non ne beneficia dal punto di vista elettorale come gli stessi sondaggi dimostrano. Quindi, calma e gesso.
5. O il testo del governo lo modificate in modo che diventi un testo base condiviso da una larga maggioranza già in commissione Affari costituzionali mercoledì prossimo oppure quel voto diventerà un atto lacerante che rischia di pregiudicare definitivamente il discorso riformatore. Dunque attenzione massima a quello che accade mercoledì in commissione, gliel’ho detto anche ad Anna Finocchiaro quando l’ho vista l’altro ieri. Del resto, caro Matteo, non è certo il tempo delle impuntature: non si tratta di perdere la faccia o meno, qui si tratta di essere realistici e accompagnare questa difficilissima fase politica con tutta la pazienza che la complessità della situazione richiede.
6. Potrò anche apparirti “antico”, come dite voi giovani, ma per una volta fidati della mia lunga esperienza, perché le riforme costituzionali questa volta sono a portata di mano e non devi essere tu a farle fallire con la tua impazienza. Ecco perché è decisivo quello che scriverete nelle prossime ore e dovete essere talmente bravi a scriverle bene così tutto comincia a filare liscio dall’inizio. Altrimenti, caro Matteo, sarà un disastro per me, per te e per il Paese. E Grillo trionferà davvero sulle macerie di tutti noi. Ti prego di riflettere bene prima di assumere decisioni laceranti di cui tutti potremmo pentirci.
E Pittibimbo ridiscese dal Colle più alto con meno baldanza di quella con la quale ci era salito. Solo un po’, ovviamente.
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