Pagine

lunedì 5 settembre 2016

Undici leggi in otto mesi, così il Governo ha ucciso il Parlamento

Poche leggi di iniziativa parlamentare, tante conversioni di decreti legge. Il Parlamento sembra sempre più una succursale del premier. E dei provvedimenti approvati sono lì ad aspettare la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, dopo l’estate

di Carmine Gazzanni
 
 
Tutti al mare. O in montagna. Ognuno come preferisce. D’altronde c’è solo l’imbarazzo della scelta per i nostri parlamentari su come trascorrere quaranta lunghi giorni di vacanze. Ma, come si suol dire, con l’avvento delle vacanze arriva anche il tempo di fare i primi bilanci. E di vedere se le maxi-ferie di senatori e deputati siano dopotutto meritate. Peccato, però, che numeri alla mano, le cose non stiano proprio così, dato che mai come quest’anno il nostro Parlamento è stato chiamato in causa poco e quasi soltanto per vidimare decisioni prese dal Governo. Tutt’altra musica invece per la “Renzocrazia”: il premier è riuscito a far convertire in legge quasi la totalità delle proposte di iniziativa governativa.

I numeri parlano chiaro. Linkiesta ha incrociato le banche dati istituzionali (Camera, Senato, Governo) e quello che ne emerge è un quadro molto indicativo. A cominciare da quante leggi sono state approvate in questi otto mesi di attività legislativa: 45. Un po’ poche se si pensa che nell’agosto del 2015 erano già 68. Ma non è tutto, perché andando ad esaminare ogni singolo provvedimento promulgato, emerge chiaramente il peso del volere governativo sull’azione parlamentare. Su 45 leggi approvate, infatti, solo 11 sono di iniziativa parlamentare. Tutto il resto è stato frutto dell’iniziativa governativa. Anzi, in primis di Renzi, dato che sui restanti 34 disegni di legge poi convertiti, ben 21 sono stati presentati proprio dal premier, nove da Paolo Gentiloni, uno da Andrea Orlando e tre sono addirittura risalenti all’epoca del ministro Federica Mogherini.
Stando a quanto riportato nella banca dati di parlamento.it, in cui è racchiusa tutta la summa dell’attività di Camera e Senato, ci sono ben 14 leggi approvate. Peccato che nessuno lo sappia e il loro effetto sia praticamente pari a zero. Il motivo? Semplice: attendono ancora di essere promulgate
Insomma, per Renzi quasi en-plein. Ma c’è di più. Per comprendere adeguatamente quanto il Governo abbia di fatto spogliato il Parlamento della sua funzione principe (quella legislativa, appunto), facciamo ancora un passo in avanti. Se infatti l’esecutivo è riuscito a far approvare 34 disegni di legge di iniziativa governativa su complessivi 37 che sono stati presentati (quasi la totalità, dunque), spostandoci nelle Aule di Camera e Senato, suona tutt’altra musica: 11 leggi di iniziativa parlamentare approvate, su 706 disegni presentati negli ultimi otto mesi (263 al Senato e 443 alla Camera). In pratica, soltanto l’1,5% del totale è stato poi convertito in legge. Distanze abissali, dunque, rivelatrici di un peso differente tra Governo e Parlamento. E allora forse non è nemmeno un caso che, stando alla banca dati del Senato, per approvare una legge di iniziativa parlamentare ci vogliano mediamente 769 giorni (nel 2015 la media era di 562 giorni). In pratica, più di due anni per ogni proposta. Decisamente meno se a muoversi è invece il Governo: in questo caso Camera e Senato sono molto più sbrigativi, licenziando tutto mediamente nel giro di “soli” 230 giorni.

Ma non è finita qui. Andiamo a vedere cosa ritroviamo nelle 45 leggi promulgate e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. Anche qui il dato è interessante. Perché accanto alle leggi promosse dal Parlamento (da Monica Cirinnà con le unioni civili a Domenico Scilipoti con l’introduzione dell’omicidio stradale, fino a Paolo Bolognesi con il reato di depistaggio), la stragrande maggioranza di proposte legislative di iniziativa governativa, altro non sono che ratifiche di trattati europei o accordi commerciali con altri Stati: in totale ne ritroviamo ben 18. E si va dalla convenzione con la Somalia a quella col Senegal, dalla Mongolia al Vietnam, per finire alla Banca Asiatica e alla comunità buddhista della Soka Gakkai. E per il resto? Ben otto leggi sono conversioni di decreti-legge. Ma la cosa curiosa è che sono tutti di iniziativa diretta di Matteo Renzi. Insomma, il Governo presenta il testo di conversione in legge per un decreto fatto dal Governo stesso.

Esattamente come avviene anche per le quattro leggi di delega al Governo: tre di queste sono di iniziativa governativa, che si è dunque auto-conferito specifici incarichi. Meglio di così, non si può.
Ma la ciliegina sulla torta deve ancora arrivare. Stando a quanto riportato nella banca dati di parlamento.it, in cui è racchiusa tutta la summa dell’attività di Camera e Senato, ci sono ben 14 leggi approvate. Peccato che nessuno lo sappia e il loro effetto sia praticamente pari a zero. Il motivo? Semplice: attendono ancora di essere promulgate. E ciò perché ancora non sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale. «Ci sono dei tempi tecnici e burocratici da rispettare», ci dice un dipendente degli uffici legislativi della Camera. E ora che sono tutti in ferie? «Aspettiamo che riprenda l’attività». Insomma, se ne riparla a settembre inoltrato. Quando si riparlerà anche di cannabis e tortura. Per inciso: i due testi sono stati presentati alle Camere nei primi mesi del 2013. E ancora non si arriva all’approvazione. Sarà solo un caso, ma entrambi sono di iniziativa parlamentare.

fonte