Il sindaco leghista di San Germano ha chiuso il parco giochi ai figli di chi non paga le tasse. Gran parte dei morosi sono marocchini, che protestano: "È razzismo"
Claudio Cartaldo
Niente parco giochi se tuo papà o tua mamma non pagano le tasse. È la decisone, drastica ma "necessaria" di Michela Rosetta, sindaca leghista di San Germano (Vercelli).
"Le imposte servono a finanziare i
servizi - dice il sindaco alla Stampa - e chi non ne paga non ha
diritto". Così le famiglie morose dovranno dire addio ai parchi giochi,
ai sacchetti dei rifiuti, al teatro comunale e alla mensa scolastica.
Decisione netta, dura. Che non ha mancato di sollevare polemiche.
Soprattutto perché gran parte dei morosi fanno parte della comunità
marocchina della zona.
L'elenco dei furbetti è composto da 180
nomi, tenerli tutti d'occhio non è difficile in un piccolo comune. "Non
volgiamo vietare - precisa il sindaco - ma educare al rispetto della
cosa pubblica". Principio che si amplifica quando molti dei debitori
sono immigrati di origine marocchina. "Tra le famiglie a cui è stato
sospeso l’ingresso al parco giochi ci sono molti nuclei di origine
marocchina - Aity Ahmed, presidente dell’associazione culturale
musulmana Al Aman - Non è giusto far ricadere le responsabilità dei
grandi sui bambini, che ora sanno di non essere ben accetti. Molti di
noi sono cittadini italiani, e anche i nostri figli, ma non è la prima
volta che il sindaco discrimina gli stranieri".
Ma il sindaco non
ci sta. "Le mie porte sono sempre aperte - dice - ma non accetto che si
parli di discriminazione o razzismo, io discrimino solo chi non paga.
Alcuni rappresentanti dell’associazione devono restituire qualcosa ai
sangermanesi, comincino loro: noi applichiamo le regole e chi non ci sta
è libero di andare altrove".
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