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sabato 5 dicembre 2015

Clandestini si masturbano in piscina, il sindaco vieta loro l’ingresso: denunciata per razzismo



Natacha Bouchart è sindaco di Calais, città portuale francese invasa dai clandestini che vogliono raggiungere la GB. E mentre sono lì, se la spassano.

La sindaco è stata inondata di reclami dei suoi cittadini, sul numero di giovani clandestini che utilizzano il centro ricreativo locale, che comprende anche una piscina e una sauna. La loro presenza crea un grave pericolo per la salute pubblica.

Non solo, i ‘migranti’ si masturbano davanti a donne e ragazzine che frequentano la piscina.

Così, la signora Bouchart ha introdotto una scheda di ingresso ufficiale per i membri della sua comunità: possono usare la piscina solo i residenti. Razzismo! hanno gridato in coro, i soliti etnolesi delle solite associazioni di collaborazionisti, che hanno definita la decisione “discriminatoria”.

Tra questi gruppi, il famigerato Amnesty International, che ha presentato una denuncia al “procuratore di Francia e al Difensore dei diritti”. Non quelli dei cittadini e delle cittadine di Calais. Ma si sa, i capi di AI hanno le piscine private.

Se trovata colpevole in base alle demenziali leggi sulla ‘discriminazione’ francesi, quelle che hanno fatto 130 morti a Parigi, la signora Bouchart rischia fino a cinque anni di carcere e una multa di oltre 50.000 euro. Ma avrà evitato ai suoi cittadini la fine dei ragazzi del Bataclan.

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