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domenica 23 agosto 2015

Adesso anche il Nord Europa vuole respingere gli immigrati


Giovanni Masini 

Mentre l'ondata di immigrati prosegue nella sua marcia verso nord, i Paesi dell'Europa centrosettentrionale si scoprono meno tolleranti di quel che pensavano. Non riescono più a scaricare il peso dell'accoglienza solo su Italia e Grecia: e i cittadini iniziano a ribellarsi

Non c'è solo Quinto di Treviso. Gli abitanti del centro veneto che oltre un mese protestarono furibondi per l'installazione di un centro di accoglienza ora trovano emuli, all'estero.
David Cameron, Angela Merkel e il primo ministro finlandese Juha Sipilä
Complice l'allargarsi dell'emergenza immigrazione verso i Paesi dell'Europa centrosettentrionale, anche negli altri Stati dell'Unione si moltiplicano gli episodi di intolleranza e fastidio verso il moltiplicarsi degli arrivi.

I tedeschi contro gli arrivi di nuovi profughi

A Heidenau, vicino alla città tedesca di Dresda, due giorni fa circa mille persone si sono scontrate con la polizia dopo che si era diffusa la voce dell'arrivo di 250 migranti, provocando il ferimento di almeno 31 agenti. Le proteste sono state capeggiate da alcuni esponenti del partito di estrema destra dell'NPD. A seguito di questi scontri altri cittadini hanno organizzato contromanifestazioni di benvenuto per accogliere i profughi nel modo migliore. La Germania è attualmente il Paese europeo con il maggior numero di rifugiati in assoluto in tutta l'Unione.

La Gran Bretagna si scopre islamofoba

In Gran Bretagna, invece, ha suscitato grande clamore l'affissione, fuori da un pub di Feltham, nel Middlesex, di un manifesto islamofobo: "Musulmani, non vi va bene il nostro Paese? La nostra cultura vi offende? Preferireste vivere sotto la sharia? Abbiamo una soluzione semplice. Toglietevi dalle p... e tornatevene a casa." Il messaggio sarebbe attribuibile a un gruppo chiamato "Infedeli contro l'islam". Nonostante la locandina fosse stata affissa senza che i proprietari del pub se ne fossero accorti, spiega The Independent, la catena "Whetherspoon" ha presentato le proprie scuse ai clienti, ribadendo il proprio impegno nella lotta contro ogni discriminazione.

In Scandinavia trionfano i partiti anti-immigrazione

Mentre in Inghilterra c'è chi preferisce affidare il proprio malcontento per l'affermarsi di una società multietnica ai volantini anonimi, in Svezia gli elettori danno un chiaro segno in tal senso accordando sempre più preferenze, nei sondaggi, ai "Democratici Svedesi". Un partito di destra di impronta nazionalista, fortemente contrario all'immigrazione incontrollata e spesso dipinto, in patria e all'estero come intollerante e xenofobo. Un partito che nelle ultime rilevazioni è diventato il primo del Paese.
Secondo i dati di YouGov per agosto, i Democratici Svedesi hanno quasi raddoppiato la propria percentuale rispetto alle parlamentari di settembre, arrivando a raggiungere il 25,2%. Rispetto alla popolazione, la Svezia è il Paese europeo che ha accolto il maggior numero di rifugiati. Analogamente, in Danimarca il Partito del Popolo Danese si è attestato come secondo partito alle elezioni di giugno, mentre quello dei Veri Finlandesi è la seconda formazione finlandese. Nonostante l'ostracismo degli altri partiti e di gran parte dei media, i cartelli populisti continuano a raccogliere sempre più consensi.

La linea dello scontro si sposta a Nord

Se fino a qualche mese fa la strategia dei Paesi dell'Unione Europea sembrava orientata a "scaricare" l'onere dell'accoglienza sui Paesi in prima linea (Grecia e Italia), ora il processo pare essersi invertito. Gli Stati meridionali lasciano che i migranti, diretti a nord, attraversino il proprio territorio, spesso senza effondere troppi sforzi nell'identificazione. Essi vengono imitati dai Paesi di "seconda linea" - si pensi che stamattina la Macedonia ha aperto le frontiere, lasciando i profughi siriani e afghani provenienti dalla Grecia liberi di proseguire verso la Serbia.
La linea dello scontro si sposta così ai confini meridionali della parte settentrionale del Continente. Austria, Ungheria, Francia, Svizzera: è qui che si giocherà la partita delle frontiere, questa volta chiuse per davvero.

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