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giovedì 30 luglio 2015

I SOLDI CHE INCASTRANO Laura Boldrini: CHE DICE DI QUEI 980 MILIONI DI EURO?

Spending review, la Camera di Laura Boldrini risparmia poco più di 20 milioni su un miliardo: e quei 980 milioni di euro che restano?

Per una donna è uno smacco pazzesco, e siamo sicuri che Laura Boldrini sarà lì a mangiarsi le unghie appena visto il bilancio di previsione 2015 del Senato. Quella dieta nei costi della politica che non è riuscita a lei, presidente della Camera, è invece realtà assai più consistente a palazzo Madama. Ci si perdoni il gioco di parole, ma Piero Grasso è davvero diventato un pizzico più magro. La Boldrini invece non ce l'ha fatta. A parole a dire il vero lei aveva provato a rivendicare il successo della classica dieta «perdi venti chili in venti giorni». E durante la cerimonia del ventaglio il presidente della Camera si era vantata: «In tre anni abbiamo risparmiato 223 milioni di euro». Poi andavi a fare i conti e scoprivi che invece i soldi davvero messi da parte fin qui erano 22 milioni (più 25 messi da parte ma non ancora restituiti). Un’inezia su un bilancio di quasi un miliardo di euro.

Anche Grasso naturalmente magnifica la dieta del Senato gettando il cuore oltre l’ostacolo, e nel bilancio di previsione del 2015 spiega di avere risparmiato già 114,5 milioni di euro. Oltre la metà di questi (64,8) vengono conteggiati come riduzione della dotazione chiesta al Tesoro. A differenza della Camera questa è in effetti scesa di 21,6 milioni. Ma poi è restata identica, e quindi andrebbe conteggiata una sola volta e non ogni anno. Tenendo conto di questa esagerazione, restano però circa 70 milioni di euro di risparmi reali, che anche percentualmente sono di una certa importanza su un bilancio di poco superiore ai 500 milioni di euro. È da lì che si certifica il reale dimagrimento di Grasso. Meno dotazione, milioni effettivamente restituiti al Tesoro, e anche una contrazione della spesa complessiva sia pure tenendo conto di una crescita notevole delle uscite pensionistiche (soprattutto per il personale dipendente).

Non è una enormità, ma scende pure la spesa complessiva prevista per il 2015 di 500 mila euro rispetto all'anno precedente. E al di là delle previsioni per l’anno in corso che vanno sempre verificate a consuntivo per evitare spiacevoli sorprese, la cura dimagrante si percepisce anche dai conti finali del 2014 e del 2013. La spesa complessiva di palazzo Madama ammontava a 546 milioni nel 2011, a 520,6 milioni di euro nel 2012, è scesa ancora a 512 milioni nel 2013 e infine a 501,6 milioni a fine 2014. La spesa di funzionamento è passata dai 330 milioni di euro del 2012 ai 293 milioni di euro dei conti consuntivi del 2014 che ora l’aula del Senato dovrà approvare.

È invece aumentata la spesa previdenziale che nello stesso arco di tempo è passata da 190 a 207 milioni di euro. E anche in Senato come è stato evidente dai conti della Camera se non si metterà mano al sistema dei vitalizi con interventi anche su quelli che impropriamente vengono considerati “diritti acquisiti” (e non lo sono), difficilmente la dieta potrà offrire risultati sensibili, visto che questa uscita continua a lievitare di anno in anno. Ma su questo tema sembra esserci assai poca sensibilità all’interno degli uffici di presidenza di entrambe le Camere, dove solo il Movimento 5 stelle (e l’esponente Pd Matteo Richetti) sembrano disposti a quel passo.

di Fosca Bincher

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