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venerdì 24 aprile 2015

Violenza sessuale su 19enne a Marghera, “è stato un uomo di colore”



“Mi ha sbattuto contro la recinzione. Mi ha messo la mano ‘sotto’, insinuandola nei leggins che indossavo”. Nella mente di una 19enne di Marghera sarà difficile cancellare la faccia del maniaco che mercoledì sera, secondo il suo racconto, l’ha aggredita sessualmente. Fino a toccarla nelle parti intime. Un episodio gravissimo, avvenuto poco prima delle 23 in via Coletti, nella città giardino. La giovane stava tornando a casa dopo aver fatto visita al fidanzato in via del Bosco. Era a piedi, visto che il tragitto sarebbe dovuto durare non più di una ventina di minuti. Il tempo necessario per raggiungere l’abitazione che divide con la madre e con la nonna.

“Mancavano venti minuti alle 23 – racconta – sono passata davanti a un parchetto dove c’erano delle persone. Ho tirato dritto, ma a un certo punto è sbucato dal nulla questo uomo di colore che ha iniziato a chiamarmi ‘amore, amore’. Oppure ‘dammi un bacio’”. La giovane capisce che non era aria e non dà retta all’importunatore. Ma quest’ultimo inizia a seguirla a piedi: “D’istinto ho raggiunto l’attraversamento pedonale di via Coletti, uno dei pochi punti illuminati – sottolinea la 19enne – ma lui mi ha bloccato”. Dalle semplici frasi l’uomo, con gli occhiali, alto circa un metro e sessantacinque, tra i 30 e 40 anni, piuttosto robusto, capelli scuri corti, occhi castani, con addosso un giubbotto blu e jeans, è passato purtroppo ai fatti: “Mi ha subito spinto contro la ringhiera di un’abitazione. Io urlavo di lasciarmi stare, mi guardavo intorno e non vedevo nessuno. E’ la cosa che più mi ha terrorizzato. Ero in balìa di lui – ricorda la ragazza – mi teneva per il braccio, io nel frattempo ho cercato di telefonare al mio ragazzo, che ha risposto e sentito tutto“.

Dopodiché la violenza vera e propria: “Mi ha toccato. Ora ho addosso una sensazione ‘di schifo’ che nemmeno cinque docce ti levano – spiega la giovane donna – a quel punto presa dalla disperazione gli ho sferrato un forte calcio alla rotula. Devo avergli fatto molto male, perché sono corsa via ma lui al posto di correre ha camminato. Poi ho visto una signora in bici che si avvicinava”. La passante, un’italiana che il caso ha voluto transitasse proprio in quel momento, capisce che c’è qualcosa che non va: “Io mi sono messa in ginocchio proprio per farle intuire cos’era successo. Implorando l’uomo di lasciarmi stare. Piangevo”. La ciclista si frappone tra la vittima e l’aggressore e minaccia di chiamare la polizia.

Sulle prime il maniaco non cede e rimane fermo. Poi, quando l’altra tira fuori il cellulare, scappa a gambe levate. “Ora ho il terrore – dichiara la vittima – in quei momenti ho tentato di urlare ma nessuno mi ha sentito. Devo ringraziare quella donna che con coraggio ha allontanato quel mostro da me”.

Secondo la giovane poco prima l’aggressore aveva importunato anche alcuni suoi amici nel parchetto poco distante dalla violenza: “Anche lì avrebbe messo la mano su una gamba a una ragazza. Stando mezz’oretta a cercare di resistere alle richieste di andarsene dei miei amici. Avrebbe detto anche da dove viene e dove abita”, conclude la sventurata.

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