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mercoledì 28 gennaio 2015

Corte UE: gli immigrati non possono essere obbligati a integrarsi nella società



È contrario al principio di proporzionalità del diritto europeo il fatto che un immigrato extracomunitario residente da tempo in uno Stato membro dell’Unione europea sia sottoposto a un esame di integrazione nella società. Lo ha dichiarato Maciej Szpunar, avvocato generale della Corte di giustizia europea.

Secondo Szpunar, obbligare all’integrazione non è incompatibile con le normative europee, purché però non arrivi a costituire un requisito per il mantenimento dello status” di residente di lungo periodo. L’avvocato generale si è pronunciato sui casi di una cittadina statunitense e una neozelandese che, dopo avere acquisito lo status di residenti di lungo periodo in Olanda si sono viste sottoporre un esame che dimostrasse la loro “integrazione” nel Paese.

Secondo una direttiva del 2003, gli Stati membri dell’Ue possono concedere lo status di residente di lungo periodo ai cittadini di Paesi terzi che hanno vissuto legalmente e ininterrottamente nel loro territorio durante i cinque anni immediatamente precedenti alla presentazione della richiesta. Allo stesso tempo, i Paesi membri possono chiedere che queste persone soddisfino determinati requisiti di integrazione in base alle singole leggi nazionali. Nonostante ciò, la direttiva non precisa se la soddisfazione dei requisiti possa essere imposta anche una volta acquisito lo status di residente di lungo periodo. (LaPresse/EFE)