4 ottobre – Lampedusa è con il fiato sospeso: la paura degli isolani è
di tornare a essere la frontiera militarizzata d’Europa. Sì, perché il
combinato disposto fra il probabile arretramento della missione di
ricerca e soccorso in alto mare Mare Nostrum (o la sua sostituzione con
l’europea Frontex plus) e la riapertura del centro per immigrati
vuole dire solo una cosa: riportare le lancette dell’orologio a quando
l’Isola era il principale punto di accoglienza dei flussi migratori
provenienti dall’Africa.
Ma a Lampedusa si fa sul serio e il centro immigrati, dopo un mese di
lavori di ristrutturazione, è pronto a riaprire i battenti sotto una
nuova gestione: quella della Confederazione nazionale delle Misericordie
che si è aggiudicata l’appalto in seguito a una procedura negoziata
della Prefettura di Agrigento. A dirigerlo c’è Lorenzo Montana che
annuncia l’apertura ufficiale entro fine mese: “Ma già da ora siamo in
condizione di accogliere perché abbiamo dei moduli operativi”.
In attesa dei primi ospiti, il nuovo direttore si deve però difendere da una parentela ingombrante: sua figlia è sposata con Alessandro Alfano, fratello del ministro dell’Interno Angelino:
“Non sono stato scelto dal capo del Viminale, ma dalla Confederazione
Misericordie per le mie qualità personali, umane, professionali e
intellettive. E anche perché sono un lampedusano doc”. E il ministro? “A
lui che interessa? Io ho rapporti con con il prefetto Morcone e col mio
prefetto che è il dottor Diomede”. [...]
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