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giovedì 30 ottobre 2014

Aggredita e denudata da un magrebino di giorno in pieno centro.


di Gabriele Mignardi

Casalecchio (Bologna), 29 ottobre 2014 - Prima lo scippo, poi la violenza. Mattina di terrore per una donna fra i quaranta e i cinquant’anni di Casalecchio che ieri, intorno alle 13, è stata vittima di violenza sessuale e di furto consumato all’ora di pranzo, in pieno centro. Teatro dell’aggressione il parcheggio a fianco del portico del palazzo che affaccia sulla centralissima via Marconi, di fronte alla Dolce Lucia.

Stando alle notizie frammentarie relative all’episodio sul quale stanno indagando i carabinieri, la donna stava camminando a piedi, forse diretta a casa. Lo spazio è quello compreso fra via della Chiusa, il parcheggio del supermercato Coop e i negozi sul lato interno di via Marconi 45. Fra l’ombra del portico e il sole dell’asfalto le si para davanti un uomo dalla carnagione scura, forse un magrebino, ben vestito. Insomma non sarebbe un mendicante dei tanti che stazionano fra il parcheggio e l’ingresso del supermercato. L’uomo ha una bottiglia di vino in mano. Guarda la donna, si accorge che è sola, che in quel momento non c’è nessuno in giro. Sono le tredici, il passaggio legato alla giornata di mercato si è rarefatto.

L’aggressione è violenta, immediata, senza minacce o parole urlate. Una spinta, il giacchetto strappato al primo strattone. La donna cade. È impietrita dal terrore. L’aggressore caccia a terra la bottiglia, con una mano afferra la camicia che cede insieme al reggiseno. La vittima non ha via di scampo, ha il muro alle spalle e di fronte una furia fuori controllo, un alito vinoso l’avvolge insieme a un senso di impotenza che però trova il fiato per una prima richiesta di aiuto. Poi l’urlo forte. A questo punto l’aggressore si blocca, sente l’attenzione di due passanti. Afferra la catenina d’oro al collo della donna, si rialza e scappa passando davanti allo scivolo del parcheggio sotterraneo e quindi si dilegua fra le auto di via della Chiusa. Conosce bene il dedalo di passaggi che portano sul lungoReno e fugge. Pare che nel tragitto abbia anche perduto il bottino.

La vittima si rialza, aiutata da una passante si riassetta in qualche modo, arriva a casa. Chiama la figlia, deve uscire dall’incubo, lavarsi, togliere gli abiti inzozzati. Appena avvertiti, i carabinieri hanno ispezionato le zone limitrofe, hanno raccolto testimonianze. Per cercare il magrebino sarà forse necessario ricorrere alle registrazioni delle telecamere di videosorveglianza della zona. Mamma e figlia sono state sentite in caserma, ogni particolare è al vaglio degli inquirenti.


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