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mercoledì 8 ottobre 2014

Addio IMU E TASI, Ora arriva la TUL: Ecco di cosa si tratta



Il Governo fa sul serio: sarà una tassa unica sulla casa ma a condizione che sia “semplice”. L’obiettivo irrinunciabile dell’Esecutivo è di dire (finalmente) addio alla Tasi e al caos di variabili e aliquote che la contraddistingue, puntando all’istituzione di una “tassa unica locale” lanciata nei giorni scorsi dal presidente del consiglio, Matteo Renzi: il tutto, però, semplificando la vita a contribuenti e Comuni e soprattutto chiarendo una volta per tutte ciò che il cittadino paga al suo sindaco e ciò che invece versa allo Stato.

Questa è la seconda delle due notizie che oggi tengono banco: tra le misure che l’Esecutivo ha in cantiere per rilanciare i due settori storicamente di maggior traino per la nostra economia (l’auto e il mattone), vi è infatti anche l’abolizione del bollo auto. Ma torniamo, per ora, alla casa.

Non è un’ipotesi, ma ormai una certezza. Palazzo Chigi e ministero dell’Economia stanno completando tutte le possibili soluzioni per arrivare a un’imposta da far nascere dalla fusione di Imu e Tasi che colpirebbe anche le prime case, naturalmente con un’aliquota più bassa rispetto a quella prevista per gli altri immobili.

Si vuole restituire la giusta progressività all’imposta, cancellando il problema delle abitazioni più povere che, se prima non avevano mai pagato né Ici né Imu, ora devono versare la Tasi per la totale assenza di detrazioni.

Ci saranno quindi detrazioni standard, proporzionali all’aliquota scelta: un meccanismo che avrebbe il pregio di cancellare o quasi l’imposta sulle case di valore minore, riportando il carico su quelle più “pregiate” (almeno per il Fisco), ma il difetto politico di assomigliare parecchio alla vecchia Imu semi-abolita meno di un anno fa.

In sostanza, tutta l’operazione potrebbe ridursi a una cancellazione della Tasi,tornando al vecchio meccanismo dell’Imu, ma con un’aliquota standard al 2,5 per mille che i Comuni potrebbero aumentare di un punto oppure abbassare fino ad azzerarla. Anche in questa ipotesi non mancano i pregi, che si concentrano in un maggiore ordine con cui si evitano gli incroci multipli di Imu e Tasi sullo stesso immobile, e i difetti: uno più d’immagine, legato all’aumento dell’aliquota standard al 2,5 per mille dall’1 per mille attuale (alzato però dalla stragrande maggioranza dei Comuni), e uno sostanziale, determinato dal fatto che la nuova imposta riprodurrebbe fedelmente l’assenza di progressività e la variabilità delle detrazioni già sperimentate dalla Tasi.

Si tratta, comunque, di un testo aperto, e lo stesso Zanetti spiega che l’obiettivo essenziale è “unificare anche le mille norme che riguardano le due imposte e anche le mille scadenze ora previste”, ma “è un’ottima idea quella di prevedere a livello centrale delle detrazioni per le famiglie”.

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