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sabato 6 settembre 2014

Intero paesino si ribella ai ‘profughi’: “Qui non li vogliamo”



Pellio Intelvi è un piccolo comune in provincia di Brescia Como. Di appena mille abitanti. Piccolo, ma con due grandi balls.

Tra venerdì e sabato, il sindaco Marcello Grandi ha ricevuto una chiamata dal prefetto, Bruno Corda, per comunicare che nell’arco di poco tempo a Pellio Intelvi, sarebbe arrivato un carico di clandestini targato Mare Nostrum.

Il rappresentante del governo aveva anche comunicato al primo cittadino che, a causa di un’intesa con la Diocesi di Como, era stata trovata la sede per ospitare gli extracomunitari: il vecchio ospizio di proprietà della Caritas nella frazione superiore del paese. Gli africani al posto degli anziani. Tipico del governo.

Il sindaco – dopo aver ricevuto conferma dal parroco del paese, già al corrente di tutto – ha informato della vicenda il consiglio comunale e una parte dei cittadini. La risposta è stata una sostanziale promessa di insurrezione popolare.

“Non avremmo mai accettato la presenza in paese dei ‘profughi’ – conferma lo stesso primo cittadino di Pellio – Per di più, in una struttura che è a due passi dal campetto dove si ritrovano bambini e ragazzini del paese. Una scelta come minimo infelice, almeno per me. Ho dunque spiegato al prefetto la contrarietà del paese e la mia personale sul fatto che lo Stato, la Diocesi e la Caritas spendano tanti soldi per gli extracomunitari e non piuttosto per la nostra gente in difficoltà. Poi mi ha veramente infastidito il fatto che l’accordo sull’invio dei profughi in paese fosse stato deciso a tavolino da altri, senza che noi fossimo stati minimamente avvertiti. Non avrei potuto dire altro che no”.

Alla fine, la Prefettura ha ceduto. Hanno vinto gli abitanti di Pellio. Si può fare. Si deve fare.


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